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Messina
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Acquedolci
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Alcara
Li Fusi
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Alì
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Alì
Terme
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Antillo
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Barcellona
Pozzo di Gotto
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Basicò
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Brolo
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Capizzi
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Capo d'Orlando
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Capri Leone
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Caronia
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Casalvecchio
Siculo
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Castel
Di Lucio
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Castell'
umberto
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Castelmola
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Castroreale
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Cesarò
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Condrò
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Falcone
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Ficarra
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Fiumedinisi
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Floresta
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Fondachelli
Fantina
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Forza D'Agrò
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Francavilla
di Sicilia
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Frazzanò
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Furci Siculo
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Furnari
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Gaggi
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Galati
Mamertino
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Gallo D'Oro
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Giardini
Naxos
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Gioiosa
Marea
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Graniti
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Gualtieri
Sicaminò
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Itala
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Leni
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Letojanni
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Librizzi
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Limina
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Lipari
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Longi
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Malfa
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Malvagna
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Mandanici
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Mazzarà
Sant'andrea
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Merì
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Milazzo
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Militello
Rosmarino
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Mirto
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Mistretta
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Moio Alcantara
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Monforte
San Giorgio
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Mongiuffi
Melia
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Montagna
Reale
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Montalbano
Elicona
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Motta Camastra
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Motta D'Affermo
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Naso
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Nizza di
Sicilia
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Novara
di Sicilia
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Olivieri
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Pace del
Mela
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Pagliara
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Patti
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Pettineo
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Piraino
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Raccuja
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Reitano
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Roccafiorita
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Roccalumera
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Roccavaldina
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Roccella
Valdemone
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Rodì
Milici
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Rometta
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San Filippo
del Mela
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San Fratello
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San Marco
d'Alunzio
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San Pier
Niceto
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San Piero
Patti
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San Salvatore
di Fitalia
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Sant'Agata
di Militello
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Sant'Alessio
Siculo
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Sant'Angelo
di Brolo
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Santa Domenica
Vittoria
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Santa Lucia
del Mela
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Santa Maria
Salina
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Santa Teresa
di Riva
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San Teodoro
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Santo Stefano
di Camastra
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Saponara
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Savoca
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Scaletta
Zanclea
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Sinagra
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Spadafora
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Taormina
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Terme Vigliatore
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Torregrotta
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Torrenova
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Tortorici
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Tripi
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Tusa
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Ucria
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Valdina
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Venetico
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Villafranca
Tirrena
|
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COMUNE
DI CAPO D'ORLANDO
|
|
Indirizzo: |
Via
Vittorio Emanuele n° 1 - 98071 Capo d'Orlando (ME) |
Telefono: |
0941.915111
- Fax Municipio: 0941.912459 |
|
Stato: |
Italia |
Regione: |
Sicilia |
Provincia: |
Messina |
Zona: |
Italia
Insulare |
|
Latitudine: |
38°
9' 48''N |
Longitudine: |
14°
44' 45''E |
|
Altitudine: |
8
m s.l.m. |
Superficie: |
m².
14.563.352 |
Perimetro
Comunale: |
m.
22.479 |
|
Comuni
limitrofi: |
Naso,
Mirto, Caprileone, Torrenova |
|
Frazioni
e Contrade: |
Le
contrade del Comune sono:
- Contrade collinari: Bastione, Forno Alto, Certari, Catute',
S.Martino, Marmaro, Scafa.
- Contrade in pianura: Forno Medio, Malvicino, Piscittina,
S. Lucia, Masseria, Vina, Bruca.
- Contrade balneari: S. Gregorio, S. Carra', Forno Marina,
Tavola grande (Trazzera Marina). |
|
Abitanti: |
12.658 |
Densità: |
904
ab./km² |
|
Nome
degli abitanti: |
orlandini
|
|
Sito
Web del Comune: |
www.comune.capodorlando.me.it |
Mail: |
comunecdo@legacy.it |
|
Codice
Fiscale: |
00356650838 |
Codice
Istat: |
083009 |
Codice
Catasto: |
B666 |
|
Santo
Patrono: |
Maria
SS. di Capo d'Orlando |
Giorno
Festivo: |
22
Ottobre |
|
Stemma: |
Raffigura
il monte della Madonna, il Santuario, il mare e la spiaggia
racchiusi in due rami di quercia intrecciati sormontati da
una corona con in alto la scritta: "Comune di Capo d'Orlando",
che rappresentano la comunità. |
|
Gonfalone: |
// |
Caratteristiche
Stemma |
Simboli: |
// |
Colori: |
// |
|
Beni
monumentali: |
Museo
Fondazione "Famiglia piccolo di calanovella"
, voluto direttamente, per lascito testamentario, da Lucio,
Agata Giovanna e Casimiro Piccolo, sorge in una raffinata
ed elegante villa, fine '800, che si erge al Km. 109 della
Statale per Palermo, in contrada Vina.
Qui di conservano i ricordi artistici ed umani di questa
nobile famiglia palermitana, stabilitasi a Capo d'Orlando
sul finire degli anni '30.
La particolare amicizia, oltre che parentela, che legava
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de "Il Gattopardo"
con i Piccolo (Lucio, cavaliere e poeta, riconosciuto prima
della sua morte nel 1969 poeta di statura europea, Agata
Giovanna, appassionata e studiosa di botanica, Casimiro,
il barone, pittore, fotografo e spiritista) portò
il "principe" gattopardesco a soggiornare spesso
a Capo d'Orlando e qui, a Villa Piccolo, scrisse buona parte
del suo capolavoro. Scoprire la Villa vuol dire entrare
nel magico mondo dei Piccolo di Calanovrella, ricordando
le atmosfere della Sicilia dei Florio e del "Gattopardo".
La magia dell'incanto, fascino sottile di una antica e radicata
presenza, fanno di Villa Piccolo un Museo di memorie viventi
senza eguali.
La villa, immersa in un parco naturale nel quale è
stata curata e salvaguardata, la tipica flora mediterranea
ed esotica, è sistemato dal 1978 l'omonimo museo,
istituto in occasione del decennio anniversario della scomparsa
di Lucio Piccolo, cavaliere e poeta, riconosciuto prima
della sua morte, "di statura europea".
L'edificio, sorto su una collinetta che domina la piana
orlandina fu originariamente la residenza estiva dei Piccolo,
che dopo essersi trasferiti da Palermo, l'abitarono stabilmente.
Nel Museo, aperto al pubblico, sono raccolte collezioni
di oggetti d'arte, dipinti, armi, ceramiche, libri antichi,
si tratta di raccolte sollecitate da un'idea del mondo e
della bellezza che segna un ambiente, quella della migliore
aristocrazia siciliana e il modo di vivervi.
Il patrimonio artistico della Villa è formato, tra
l'altro, da squisite porcellane cinesi e giapponesi, da
busti di tipica fattura di Sassonia, da fioriere inglesi.
Ma una particolare attenzione alla civiltà artistica
isolana è testimoniata da coralli, cammei, avori
e argenti, manufatti di quell'arte, cosiddetta minore, che
a Trapani conobbe nei sec. XVI e XVII momenti di grande
significato e rilevanza. Molti dei "tesori" della
Villa vengono custoditi in eleganti vetrinette d'epoca,
che sono collocate nelle sue ampi sale, rimaste, in alcuni
casi, per disposizioni degli arredi, come quando la dimora
era abitata dai Piccolo.
Visitando il museo è d'obbligo la passeggiata nel
parco, dove tra rarità arboree e piante rare mediterranee
c'è da visitare il "cimitero dei cani",
uno tra i pochi esistenti al mondo
Il "Bastione", Non si hanno notizie certe
che datino il castello sito in località Malvicino,
ma la costruzione dell'insediamento, per la sua configurazione
architettonica, sembra più affine ad una torre di
tipo camillaneo.
Le caratteristiche più rilevanti sono rappresentate
dalla pianta quadrata, articolata su tre elevazioni : la
base, priva di apertura ed ospitante una cisterna, il piano
operativo e la terrazza.
La costruzione merlata mette in evidenza delle simmetrie
rovesciate, le due scarpe di base alle quali corrispondono
in elevazione le due bertesche rotonde sbalzate sugli angoli.
Probabilmente la costruzione del "Bastione" potrebbe
datarsi intorno al XIV secolo, quando si diffuse nella piana
orlandina la coltivazione delle "cannamele" e
la torre doveva avere una funzione difensiva delle piantagioni.
Accanto alla torre si ergeva anche un trappeto ed altri
insediamenti abitativi fortificati. Incerto anche il casato
al quale appartenne, forse alla famiglia del Conte Bernardo
Ioppolo o, come accredita qualche storico, a Donna Caterina
Branciforte, Principessa di Butera. Il Castello, acquisito
dal Comune di Capo d'Orlando negli anni '90, è stato
sottoposto a lavori di recupero architettonico e di restauro,
per una sua destinazione a museo polivalente.
Ruderi del Castello di Orlando sorgono sul promontorio,
ed è immediata la sensazione che il Castello doveva
avere una funzione di difesa e di avvistamento delle flotte
corsare. Secondo la leggenda fu così denominato da
Carlo Magno, di passaggio in Sicilia, rientrante dalla Palestina.
Incerta la data della sua costruzione ma si esclude che
ne abbia rimpiazzata una già esistente ai tempi della
vecchia Agatirno
Fontana del Drago - sulla SS 113 c/da Drago, non
si hanno notizie sull'epoca esatta della costruzione, ma
dallo studio dello stemma gentilizio sovrastante la Fontana,
appartenete alla Famiglia Joppolo - Ventimiglia che dal
1582 al 1788 governò la conte di Naso, si può
far risalire una data presunta negli anni a cavallo tra
il XVII e l'inizio del XIX secolo. Lo stesso stemma fu trafugato
nel 1985, ed in seguito riprodotto fedelmente e ricollocato
nel 1989
Santuario Santa Maria di Capo d'Orlando
Faro, Il Faro di Capo d'Orlando, attualmente funzionante
e sede della Delegazione di spiaggia della Capitaneria di
Porto, è da sempre un punto di riferimento per i
pescatori della costa, e da sempre simbolo del paese insieme
al Monte
Borgo di San Gregorio si trova sull'omonimo lido
è un antico borgo marinaro, composto da un gruppo
di case di pescatori, alcune delle quali ristrutturate mantenendo
comunque le caratteristiche originarie.
Museo del Pescatore, che risulta attualmente chiuso
per problemi logistici è stato creato dagli abitanti
del Borgo, riunitisi in associazioni.
Zone archeologiche:
Villa Romana Di Bagnoli
Nel 1987 affiorarono, a poca distanza da San Gregorio, in
località Bagnoli i primi resti di un edificio termale,
appartenente ad una villa romana del III-IV sec. d.C. I
resti, totalmente privi delle murature in elevazione hanno
una configurazione planimetrica dalla quale si distingue
il "calidarium" absidato ed il "frigidarium",
luoghi entrambidestinati ai bagni. Dagli scavi sono emersi
anche tracce di impianti idrici, una fornace e delle condutture
per le acque calde. Interessante la pavimentazione in mosaici
policromi. Non si esclude che intorno al ritrovamento, da
saggi esplorativi effettuati, si trovino altre tracce di
un vecchio centro abitato.
Le Cave del Mercadante Nel momento di bassa marea
tra i due bracci del porticciolo turistico, in località
S. Gregorio, allorquando dal costone affiora una configurazione
rocciosa sulla quale la mano esperta dell'uomo ha lasciato
incisi grossi dischi di pietra. L'estensione è di
circa un centinaio di metri per una larghezza oscillante
tra i 4 - 5 metri. Il diametro dei solchi va da uno a due
metri con uno scavo profondo una decina di centimetri. Questo
sito è noto come la "Cava o pietra del Mercadante".
Non si conosce l'utilizzo di questi manufatti, detti comunemente
"rocchi" e si esclude, vista la consistenza della
pietra che li forma (arenaria), che potessero servire quali
macine per i mulini, tesi quest'ultima anticamente e per
diverso tempo accreditata
Ritrovamenti dei corredi tombali di via veneto ed i resti
antichissimi di Via Liberta'
Quando negli anni venti Capo d'Orlando iniziò ad
assumere le vesti urbanistiche dell'attuale cittadina, tra
il promontorio e Piazza Matteotti, iniziarono ad affiorare
i primi importanti reperti archeologici. Infatti, nel 1981,
vennero fuori le tracce di una necropoli, con il ritrovamento
di diversi corredi tombali quali ceramiche in vernice nera
e acroma di fattura locale, anfore fittili cinerarie, arredi
e monete greche. "Pare che l'antica città si
svolgesse negli altipiani di San Martino", così
agli inizi del '900 scriveva di Agatirno il Sacerdote Gugliotta,
confermando antiche memorie della tradizione orale. Gli
ultimi ritrovamenti in Via Veneto (angolo Via Trieste) risalgono
al 1989.
Nel corso del 2001, durante la costruzione di un fabbricato
in Via Libertà, proprio alle falde del promontorio,
sono stati rinvenuti degli importantissimi resti di un emporio
fittile (vasellame
) risalente al periodo ausonico
(1200 a. C.) coincidente con quello della mitica fondazione
della città di Agartirno nel territorio orlandino.
Antiquarium Recentemente istituito, si apre nei locali
sottostanti la pinacoteca. Raccoglie tutti i reperti archeologici
e storici rinvenuti sul territorio orlandino, fino ad ora
conservati nei vari musei isolani.
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Feste
Patronali e Religiose: |
15
agosto, Festa di Maria SS. di Porto Salvo
Alla fine del secolo scorso la famiglia Merendino fece costruire
la cosiddetta "Chiesa Nova" chiamata così
per distinguerla da quella del Monte. In questa Chiesa è
venerata la Madonna di Porto Salvo, una statua raffigurante
la Madonna benedicente il mare e la barchetta. I pescatori
di Capo d'Orlando, il 15 agosto di ogni anno, portano in processione
sulla barca la Madonna, quasi a raccomandarsi invocandone
la benedizione. La barca esce in processione seguita da decine
di imbarcazioni stracolme di persone, doppia il faro fino
ad arrivare a S. Gregorio e, sul far della sera, la Madonna
giunge in Chiesa
22 ottobre, Festa della Madonna di Capo D'Orlando
Narra la leggenda che nella notte del 22 ottobre 1598 sul
Castello del Capo i fratelli Raffa, guardiani del medesimo,
avvertirono dei rumori. Increduli videro un pellegrino che
suonava la "buccina" e fuggì lasciando una
piccola cassetta e all'interno, con grande stupore, vi trovarono
il simulacro raffigurante la Madonna. Alta quasi un palmo,
simile alla Madonna di Trapani, tiene amorosamente tra le
braccia il Bambino Gesù. I Raffa credettero di riconoscere
in quel pellegrino vestito da basiliano il volto di San Cono
Navacita. Il simulacro fu portato a Naso per proteggerlo dalla
ferocia dei pirati, ma violenti terremoti indussero a credere
che dovesse tornare a Capo d'Orlando.
Il Vescovo Francesco Velardi della Conca, dopo attento processo
giuridico, diede ordine al Conte Girolamo Ioppolo di erigere
sulla sommità del monte la Chiesa, che il 22 ottobre
del 1600 potè accogliere la Madonna. Si istituì
da quel giorno una festa con mercato e fiera. Era tradizione
che il 15 e 16 di ottobre si svolgesse quella dei grandi animali
(buoi, cavalli
), mentre il 21 e 22 quella dei piccoli
(capre, pecore, maiali
). Ai nostri giorni le fiere degli
animali hanno lasciato il posto al grande mercato che si svolge
per le vie del Centro il 21 e 22 ottobre.
Nel Santuario si conservano due dipinti di Gaspare Camarda
della Scuola di Antonello da Messina : "l'Adorazione
dei pastori" del 1626 e "Il Crocifisso fra due monaci
oranti" del 1627.
Nella notte del 11 dicembre 1925 ignoti trafugarono il simulacro
di Maria SS. Di cui non si ebbe più notizia ma, a continuazione
del culto e della devozione, l'anno dopo venne realizzato
un piccolo simulacro in argento, che rimane tuttora esposto
nel Santuario. |
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Eventi
Culturali: |
Periodicamente
viene tenuta la Rassegna " Vita e paesaggio di Capo
d'Orlando ".
Festival "Capo d'Orlando in Blues"
Premio Letterario Nazionale "Ioppolo - Piccolo"(novembre)
Notte Bianca a Capo d'Orlando |
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Eventi
Gastronomici: |
Sagra
del pesce (Luglio) = Sagra du' pani cunsatu = Maccarunata |
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Eventi
Sportivi: |
PALIO
D'ORLANDO le contrade che vi partecipano:
01) SANTA LUCIA,
02) PISCITTINA
03) SAN GREGORIO
04) ULETTA
05) MASSERIA
06) SCAFA
07) SAN MARTINO
08) CATUTE'
09) FORNO ALTO
10) MUSCALE
11) PIANA
12) DRAGO
13) MALVICINO |
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Curiosità: |
La
torta più lunga del mondo
Il 21 Marzo 2004, con l'avvento della primavera, Capo d'Orlando
si è dotato di un singolare record: " La Torta
più lunga del mondo".
Con l'ausilio di numerosi maestri pasticceri, e volenterosi
sponsor, è stata prodotta, nel pieno centro cittadino,
la torta più lunga del mondo. La singolare delizia,
della misura di metri 1.120,75 ha coperto per intero la Via
Piave del centro Orlandino. Numerosi i visitatori (circa 50/mila)
provenienti dai centri vicini e da fuori provincia, l'iniziativa
è stata omologata dal Notaio Giardina, presenti numerosi
testimoni tra cui l'intera giunta comunale cui va, unitamente
al primo cittadino Dott. Massimo Carrello, il merito della
riuscita manifestazione. |
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Mercati
e Mostre: |
Mercato
settimanale ogni giovedì. |
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Centri
Culturali: |
Pinacoteca
Comunale " Tono Zancanaro " presso il Centro
Culturale Polivalente
Via del Fanciullo ( I piano ) 0941-912946
Orari: da Lunedì al Sabato dalle ore 9.00 alle 13.00
e dalle ore 16.00 alle 20.00
La pinacoteca è stata allestita nel 1955 a seguito
della prima Rassegna " Vita e Paesaggio di Capo d'Orlando.
Patrimonio posseduto: 382 opere distribuiti oltre che nei
locali della Pinacoteca,anche in tutti gli uffici comunali.
A rotazione vengono esposti i quadri della collezione comunale,
la sala della Pinacoteca è disponibile, previa autorizzazione,
per esposizioni collettive o personali.
Annualmente la Pinacoteca viene utilizzata dal Liceo Artistico
"Leonardo da Vinci" per il conferimento delle lauree. |
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Risorse: |
La
coltivazione e la commercializzazione degli agrumi (limoni),
insieme alle attività legate alla pesca, hanno rappresentato
fino agli anni '60 gli assi portanti dell'economia cittadina;
ma prima l'emigrazione in Australia (Fremantle) di intere
famiglie di pescatori, per i quali la pesca in loco non rappresentava
più un'attività remunerativa, poi la scarsa
competitività sui mercati nazionali internazionali
dei prodotti agrumicoli siciliani, hanno indirizzato le attività
verso il commercio e i servizi legati a soddisfare le richieste
del mercato comprensoriale e di quello turistico. |
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Numeri
Utili: |
Guardia
Medica - Via Mancini - 0941 911958 - 901322
Poste e Telegrafo - Via Roma - 0941 913911 - 901495
Carabinieri - Via Santa Lucia - 0941 901444
Pinacoteca Comunale - Via del Fanciullo n° 2 -
0941 912946
Antiquarium - Via del Fanciullo n° 2 - 0941 911392
Museo Fondazione Piccolo - Contrada Vina n° 44
- 0941 957029 |
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Siti
Web nel Comune: |
www.capodorlandonline.it
www.capodorlando.info
www.paliodorlando.eu
www.crossroad.it
www.aastcapodorlando.it
www.agatirno.it |
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Impianti
sportivi: |
// |
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Strutture
ricettive: |
Agriturismi: |
// |
Hotel
e Locande: |
Albergo
& Villaggio Ristorante La Mia Valle - Contrada S. Gregorio
- 0941 955544
Ristorante Hotel Amato - Via Consolare Antica, 152 - 0941
911476
Ristorante Hotel Il Mulino - Via A. Doria, 46 - 0941 902431
Ristorante Albergo La Tartaruga Piscina Sala Ricevimenti -
Contrada S. Gregorio, 70 - 0941 955421 |
Residence: |
// |
Bed
and Breakfast: |
// |
Ristoranti
Bar e Pizzerie: |
Ristorante
Baia Verde - Via Nazionale, KM. 100,40 - 0941 955412
Ristorante Da Enzo Ristorante Pizzeria - Via Umberto, 20 -
0941 901700
Ristorante Da Matteo - Contrada S. Gregorio, 6 - 0941 955029
Ristorante Gallo D'Oro - Via Trazzera Marina, - 234 - 0941
911931
Ristorante - Pizzeria L'Ambasciata Dei Nebrodi Via Lo Sardo,
20 - 0941 911454 |
Altro: |
// |
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Personaggi
illustri: |
Lucio
Piccolo (Palermo, 27 ottobre 1901 - Capo d'Orlando, 26
maggio 1969) è stato un poeta italiano, che visse quasi
sempre appartato, fra Palermo e la sua casa di capo d'Orlando,
alieno da ogni forma di mondanità come lo fu suo cugino
Giuseppe Tommasi di Lampedusa.
Vittorio Sindoni regista
Giuseppina Paterniti giornalista del TG3. |
|
Come
si arriva: |
Auto: |
A/20
Messina Palermo, uscita Brolo per Capo d'Orlando est uscita
Rocca di Caprileone per Capo d'Orlando ovest. |
Autolinee: |
Messina,
Patti, S. Agata Militello, Tortorici. |
Ferrovia: |
Stazione
Ferroviaria di Capo d'Orlando - linea Messina - Palermo. |
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Cenni: |
Trae
origine da un'antica città sicula denominata "Agatirno"
dal nome del suo fondatore figlio di Eolo, fondata ai tempi
della guerra di Troia (1218 a.C.).
La sua esistenza è attestata sia da storici e geografi
antichi (Diodoro, Plinio, Tolomeo......) sia da studiosi moderni
fra cui il Meli e il Fazello.
L'antica città doveva comprendere, oltre alla zona
del promontorio e di una parte dell'odierno centro cittadino,
le contrade di S. Martino, Certari, Catutè, S. Gregorio
e Scafa.
E' presumibile che l'estensione della città e lo sviluppo
della sua civiltà dalle immediate colline in epoca
arcaica, si siano estese alla costa e al promontorio con l'arrivo
dei Fenici, dei Greci e dei Romani.
Al Console Levino nel 209 a.C. è legato un episodio
oscuro e drammatico della sua storia: la deportazione in Calabria
di circa 4.000 uomini, "società composta di ladri,
esuli e malfattori", dice Tito Livio.
Il Damiano, nel suo saggio "Nebrodi, Val Demone, Agatirno,
misteri della storia antica" ha dato di recente una interpretazione
stravolgente dell'episodio.
E' possibile che Agatirno fosse il centro, nei Nebrodi, del
culto dionisiaco e che tali riti fossero mal sopportati dagli
stessi Romani che trovarono un pretesto per deportare gli
antichi Orlandini.
Intanto testimonianze di Agatirno sono venute alla luce in
epoche diverse: nel secolo scorso si ritrovò una lapide
marmorea di fattura romana nell'attuale centro urbano (Villa
Cangemi) insieme a corredi tombali attestanti l'esistenza
di una necropoli; altri corredi tombali, scheletri e phitos
sono venuti alla luce nel 1980 e nel 1989 durante dei lavori
di scavo in via Letizia.
Il ritrovamento più significativo è venuto alla
luce nel febbraio 1986 in località Bagnoli, nelle adiacenze
del costruendo porto, sono emersi resti di una zona termale
facente parte di un'antica Villa Romana.
Come da Agatirno si sia, al tempo della venuta dei Normanni,
passati alla denominazione di Capo d'Orlando è ancora
un problema avvolto nel mistero e nella leggenda.
Goffredo da Viterbo,cappellano di Carlo Magno, attesta che
fu proprio l'imperatore francese a denominare il Capo in onore
del suo celebre paladino.
Non si esclude che "Agatirno", considerato toponimo
paganeggiante fu cancellato dai Normanni troppo legati alla
Chiesa di Roma.
Il 4 giugno del 1299 il mare di Capo d'Orlando fu teatro di
una tremenda battaglia navale fra due fratelli aragonesi contendenti
il trono di Sicilia : Giacomo e Federico.
Alla distruzione del castello in cima al promontorio è
legato, un secolo dopo, l'episodio dell'assedio patito dal
barone Bartolomeo Aragona da parte di Bernardo Cabrera conte
di Modica, speditovi dal Re Martino.
Si ha notizia di incursioni piratesche sui lidi orlandini
nel 1589 e nel settembre 1594, e la torre del capo, continuò
ad ospitare guardiani in armi che provvedevano all'avvistamento
dei pirati algerini.
All'erezione del Santuario (1600) sorto sulle rovine del castello,
invece, è legato il rinvenimento di una minuscola statuetta
della Madonna, che è divenuta la patrona di Capo d'Orlando.
Intanto nelle terre di Malvicino, dal XV secolo, si era affermata
la coltura delle "cannamele". A difesa delle coltivazioni
e del relativo commercio dai Baroni di Naso fu eretta una
torre con annesse opere fortilizie ed un trappeto per la lavorazione
dello zucchero.
Nella zona di S. Gregorio, invece, fu impiantata una tonnara,
che interessava il tratto di mare tra Capo d'Orlando e Capo
Calavà.
Nella metà del 1800, alle pendici nord-ovest del promontorio,
si costituì il primo nucleo del nuovo centro urbano
essenzialmente abitato da famiglie di pescatori, mentre nella
Piana alla coltura del gelso e dei vigneti cominciò
ad innestarsi quella degli agrumi, in particolare quella dei
limoni,che fino ad oggi ha rappresentato uno degli assi portanti
dell'intera economia orlandina.
La costruzione della S.S. 113 Messina - Palermo, nonché
della S.S. 116 Capo d'Orlando - Randazzo e l'ultimazione del
tratto ferroviario nel territorio orlandino nel 1895, permisero
un notevole sviluppo del commercio agrumario, nonché
l'inizio di un crescente sviluppo economico e urbanistico.
All'inizio di questo secolo nacquero i primi sentimenti di
autonomia dal Comune di Naso, che venne concessa, dopo una
lunga serie di manifestazioni popolari, con L. 25 giugno 1925
n. 1170.
Il 27 settembre 1925 fu inaugurato il nuovo Comune di Capo
d'Orlando.
Paesaggi e panorami
Ci sono almeno tre punti, quasi osservatori astronomici, da
cui puoi godere la vista dei paesaggi da cartolina che Capo
d'Orlando può offrirti.
Il primo da Scafa alta, lo sguardo domina il mare azzurro,
la baia con il porto, intravedi uno scorcio del borgo S. Gregorio,
vai oltre, i faraglioni, ancora insenature, il cono all'ingiù
del Capo; a destra, quasi all'orizzonte le sagome delle Eolie,
con Vulcano e Lipari quasi attaccate, Salina, Filicudi e Alicudi
lontane. A Catutè alto, sulle Rocche della Sciamma,
l'altro punto.
Seduto, a sinistra lo sguardo si perde sino alla rocca di
Cefalù, all'ingiù domini tutto il verde della
Piana e l'estensione dell'abitato cittadino sino alle propaggini
del Capo, e ancora le Eolie e scorgi, tra Vulcano e Lipari,
Panarea, e a destra anche il Capo Milazzo.
Come per sintesi, se sali in cima al Capo, a 360 gradi verifichi
la bellezza dei panorami di Capo d'Orlando.
E la struttura morfologica e geologica del Capo, sulla cui
sommità si ergono il Santuario con i resti delle mura
dell'antica fortificazione del castello, poi, rappresenta
un unicum anche dal punto di vista scientifico: "flysch
di Capo d'Orlando" sono state denominate le stratificazioni
trasversali di roccia arenaria, purtroppo soggette alla lenta,
ma inesorabile, erosione dell'acqua e dei venti.
Sul versante nord-ovest del Capo, a partire dalla terzultima
rampa della scalinata, dopo un recente impianto di eucalipti,
parte un sentiero che, per una fitta pineta, conduce fin giù,
al faro. Sugli altri versanti, arbusti e macchia mediterranea.
Il mare, i fondali e la fauna
Il mare è l'elemento vivificatore di energia e la fantastica
cornice di questa cittadina: pochi metri da ogni parte dell'abitato
per trovarsi sulla spiaggia di sabbia e ghiaia che per vari
chilometri si allunga in un perfetto rettifilo con la visione
delle Eolie.
L'esposizione ai venti, le correnti, il ricambio d'acqua continuo,
rendono il mare di Capo d'Orlando ideale per la balneazione
almeno cinque mesi l'anno, da maggio a settembre.
La spiaggia,poi, possiede due caratteristiche peculiari: lunga,
ampia e sabbiosa nel tratto antistante il centro abitato;
sabbia, calette, tratti di scogliere e faraglioni ad est del
Capo, fino al borgo S. Gregorio, il porto, Testa di Monaco.
Proprio qui, in un fondale che non supera i 10 metri, i più
fortunati e i più abili possono mettere a carniere
qualche cerniotta e qualche sarago niente male, nascosto nelle
tane e anfratti della roccia.
Spostandosi verso il largo, ad una distanza di circa 400 metri
dalla riva, troviamo " 'u scogghiu du zu Petru"
e, nei fondali di 12 - 15 metri, saraghi e spigole in numero
considerevole, qualche cernia e polipi di discrete dimensioni.
A San Gregorio, proprio di fronte l'Hotel "La Tartaruga",
a circa 500 metri al largo, in 10 metri di fondo, sorge una
spianata di roccia con numerose spaccature dove saraghi di
ogni dimensione si aggirano tranquilli e fiduciosi. Continuando
a costeggiare la spiaggia il fondale perde interesse dal lato
venatorio mentre diventa ricco di spunti per gli appassionati
della fotosub; giochi di luci ed ombre lungo le pareti dei
faraglioni, piccole grotte e gallerie tappezzate di ricci
e piccoli rami di gorgonie.
Giunti all'altezza del faro, dagli scogli detti "canaleddi",
inizia il tratto più interessante per gli apneisti:
si tratta della scogliera delle "formicole" che
partendo da terra continua, in direzione nord-ovest, fino
a 500 metri al largo, per morire su un fondale sabbioso di
circa 20 metri. Sin dall'inizio colpisce il gran movimento
di pesce, soprattutto saraghi di buona taglia, che vivacizza
il fondale.
Pinneggiando verso il largo, improvvisamente cominciano ad
apparire le prime cernie; il comportamento è sempre
lo stesso: pochi secondi a candela e poi via, come fulmini,
nelle spacche scure e profonde; è di rigore, quindi
l'aiuto di una buona torcia.
A circa 300 metri dalla spiaggia emerge la prima "formicola"
con una spaccatura centrale dove, al mattino presto e al tramonto,
si possono insidiare spigole di buona taglia. Da questo punto
in poi il fondale può riservare piacevoli sorprese,
sia per la gran quantità di pesce bianco e da tana
che per la presenza, nei periodi di passo, di ricciole, spigole
e dentici che raggiungono il rispettabilissimo peso di oltre
40 Kg. Nella fascia tra i 3 e i 6 metri i dilettanti possono
divertirsi con i numerosi cefali.
Sempre in questo tratto di mare gli appassionati di fotografia
e riprese, potranno sbizzarrirsi in inquadrature da concorso
sfruttando gli effetti che la luce crea attraversando i cunicoli
e le spaccature che costellano fino sul fondo le tre Formicole.
A gli appassionati dell'Ara (Auto Respiratore ad Aria, le
cosiddette Bombole ndr) consigliamo un'immersione sullo scoglio
27, una secca così denominata per il fondale in cui
si trova che è di 27 passi d'acqua; è questo
un vero eden di flora e fauna subacquea dove si possono ammirare
spettacoli di vita sottomarina che ci ricordano i film di
Folco Quilici. Piccolo particolare: siamo in Sicilia e non
in Polinesia!
dal sito Comunale: www.comune.capodorlando.me.it
Etimologia
(origine del nome)
Si narra che il nome fu attribuito da Orlando, compagno
d'armi di Carlo Magno
Il
Comune di Capo d'Orlando è:
Località balneare segnalata con due vele nella Guida
Blu di Legambiente
Il
Comune di Capo d'Orlando fa parte di:
Regione Agraria n. 8 - Colline litoranee di Patti
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