--PAGLIARA--
Stato:
Italia
Regione: Sicilia
Provincia: Messina
Zona: Italia Insulare
Latitudine: 37° 59'11''40 Nord
Longitudine: 15° 21'37''80 Est
Altitudine: 267 m s.l.m.
Superficie: 14,57 km²
Pagliara: Posto in zona litoranea collinare
sulla strada S. P. 25 che da Roccalumera porta
a Mandanici, dista 263 Km. da Agrigento, 197
Km. da Caltanissetta, 71 Km. da Catania, 168
Km. da Enna, 33 Km. da Messina, alla cui provincia
appartiene, 292 Km. da Palermo, 175 Km. da Ragusa,
129 Km. da Siracusa, 391 Km. da Trapani.
Comuni limitrofi: Furci Siculo, Mandanici,
Roccalumera, Santa Lucia del Mela.
Il Comune di Pagliara fa parte di:
Regione Agraria n. 6 - Montagna litoranea dei
Peloritani
Frazioni e località: Rocchenere e Locadi
(tentativo di separazione nel 1953)
Popolazione:
-Totale: 1.237 (Istat 2001)
-Densità: 84,9 ab. Km2
-Maschi: 591
-Femmine: 646
-Numero famiglie: 544
-Numero abitazioni: 817
-Denominazioni abitanti: Pagliarini
Municipio: c.a.p. 98020 Via R. Margherita
n. 92, tel. 0942.737106 - fax. 0942.737203 Email:
comunepagliara@tiscalinet.it
Sito istituzionale: www.comune.pagliara.me.it
Stemma: D'oro calzato di verde, alle
tre torri di rosso, mattonate di nero, merlate
alla guelfa di tre, finestrate e chiuse di nero,
poste due, una, sull'oro, la calza caricata
da dieci spighe d'oro, impugnate e legate di
rosso, cinque a destra, cinque a sinistra. Ornamenti
esteriori del Comune.
Gonfalone: Drappo di giallo con bordatura
di verde, riccamente ornato di ricami d'argento.
Patrono: S. Sebastiano (20 Gennaio)
Beni Monumentali:
Pagliara: Chiesa S. S. Sebastiano,
Chiesa SS. Pietro e Paolo
Rocchenere: Chiesa S. Francesco,
Chiesa S. Lucia
Locadi: Chiesa S. Giovanni, Torre
Sollima
Feste Sacre:
Festa patronale di S. Sebastiano (Pagliara
20 Gennaio - Festa 1a domenica di Agosto), processione
del Simulacro del Santo per le vie di Pagliara,
accompagnato dalla banda musicale, in sera spettacolo
vario e giochi pirotecnici;
Festa di S. Lucia (Fraz. Rocchenere 2a
domenica di agosto), processione del Simulacro
della Santa per le vie di Rocchenere, accompagnata
dalla banda musicale, in sera spettacolo vario
e giochi pirotecnici;
Festa di S. Giovanni (Locadi 3a domenica
di agosto) processione del Simulacro del Santo
per le vie di Locadi, accompagnato dalla banda
musicale, in sera spettacolo vario e giochi
pirotecnici.
Eventi Culturali:
Presepe Vivente a cura dell'Associazione
Sportiva Club Pantera Rosa
Periodo: 26 Dicembre e domenica successiva -
Rappresentazione in cui vengono proposte delle
scene reali di quei mestieri e quelle immagini
di quotidianità, ormai scomparse, arricchite
con musiche e canti sacri dell'antica tradizione
siciliana;
Stagione teatrale a cura dell'Associazione Culturale
Solaris
Periodo: Da Novembre ad Aprile - Incontri di
diverso tipo "Teatro-Danza -Musica- Video-Arte).
Eventi Gastronomici:
Sagra dell'Olio d'Oliva "Premio l'Oro
della vallata" a cura del Comune di
Pagliara (mese di Dicembre)
Convegno - esposizione dei produttori e degustazione
di bruschette all'olio d'oliva;
Sagra del dolce a cura del Comune di
Pagliara (mese di Agosto)
Degustazione di dolci tipici locali con serata
danzante e musica caraibica;
Sagra della salsiccia a cura del Comune
di Pagliara (mese di Dicembre)
Degustazione di salsiccia alla brace e vino
locale;
Festa della Mimosa a cura dell'Associazione
Sportiva Club Pantera Rosa (in Primavera)
Raduno di macchine d'epoca, buffet di primavera,
musica folk, sfilata con la Miss Mimosa, degustazione
delle varie specialità di torte mimose
offerte da noti pasticcieri locali, e serata
con intrattenimento musicale.
Eventi Sortivi:
Ciclismo: Gara regionale di mountain
bike a cura del Tucano Club (Agosto)
Tennistavolo: Torneo a squadre "Città
di Pagliara" a cura dell'A. S. Club Pantera
Rosa (Agosto).
Mercati e Mostre:
Raduno dell'artigianato locale: a cura
del Comune di Pagliara (mese di Agosto);
Mostra di Modellismo Statico: a cura
del Comune di Pagliara (mese di Agosto).
Risorse: È un centro prevalentemente
agricolo, le colture principali, gli ortaggi,
gli agrumi e l'olio.
Centri culturali: Centro Polivalente
di Pagliara e Centro Sociale di Locadi
Impianti sportivi: Campo di calcio, campo di
tennis e campo di bocce
Numeri Utili:
Biblioteca Comunale: Via Vallone, 98020
Pagliara (ME) Telefono: 0942.737263
Ufficio Postale: Via R. Margherita n.
134, 98020 Pagliara (ME) Telefono: 0942.737274
Ufficio Postale: Via Risorgimento n.
179, 98020 Rocchenere - Pagliara (ME) Telefono:
0942.790380
A. U. S. L. n. 5 Guardia Medica: Via
Vallone Rinaldo 98020 Pagliara (ME) 0942.737237
Farmacie: Garufi Tommasa Via Risorgimento
188, Rocchenere - Pagliara (ME)Telefono: 0942.790053
Siti nel Comune:
-www.clubpanterarosa.com
-www.studiologorelli.too.it
-www.spadario.cjb.net
-www.xautomation.com
-www.caspaweb.it
-www.fltrocchenere.com
-www.xdevel.com
Strutture Ricettive:
Ristorante"Mare Monti":
di Carmelo Tarsilla C/da Piana n. 207, Rocchenere
(ME), tel. 0942.747037
Trattoria il Cacciatore:
di Favara Patrizia - Contrada Riotto - tel.
340.5349602
Bar Rinaldo:
di Franchi Rinaldo - Via R. Margherita n. 134,
Pagliara (ME) Telefono: 0942.737026
Bar Molino:
di Maria Molino - Via Risorgimento, Rocchenere
- Pagliara (ME) Telefono: 0942.744161
Come si arriva:
In treno: Tratta Messina - Catania, Stazione
FF. SS di Roccalumera-Mandanici
In automobile: A 18 ME - CT, uscita di
Roccalumera, S.S. 114, Bivio per Mandanici S.
P. 25
In Autobus: Autolinea Interbus
Curiosità:
Alto circa 25 metri, con un imponente tronco
della circonferenza di 4,70 metri ed un diametro
dell'ombra proiettata di almeno 30 metri, si
trova a Pagliara nelle adiacenze del "Palazzo
Loteta" il pino marino più grande
(forse) del mondo.
STORIA
Principali Tappe storiche:
36 a. c. : trovò facile riparo
l'esercito di Sesto Pompeo, che di li a poco
si sarebbe scontrato con il futuro primo imperatore
romano;
1130: Insieme ad altre borgate locali
fu riunito sotto la Baronia di Savoca ad opera
di Ruggero D'Altavilla re di Sicilia;
1468: Fu creata una diocesi Archimandritale
con capoluogo Savoca che comprendeva i seguenti
territori: Casalvecchio, Pagliara, Locadi, Antillo,
Misserio, Forza d'Agro, Mandanici, Ali, Itala,
San Gregorio, SantAngiolo.
1693: Conosciuto come Baronia di Savoca
chiede ed ottiene la separazione,si ingrandisce
fino a raggiungere il mare aggregando al proprio
territorio le contrade di Palme, Passalbano
e Botteghelle Putioli;
R. D. del 02 Aprile 1836: il Comune
di Pagliara è soppresso ed aggregato
a quello di Roccalumera;
1854: Scissione delle contrade che si
aggregano al Comune di Roccalumera che va ampliandosi,
anche per la costruzione della S. S. 114 (anno
1820) e della ferrovia (anno 1866);
Legge n. 743 del 05 Luglio 1914: l'autonomia
è ripristinata, ma bisognerà aspettare
il 12 marzo 1927 prima che il Comune sia effettivamente
ricostituito;
1940/45: La vallata del torrente Pagliara,
durante la II guerra mondiale, fu teatro di
una cruenta battaglia tra le forze nazi-fasciste
sconfitte e quelle anglo-americane. Qui fu fermata
la ritirata tedesca e furono fatti prigionieri
due loro battaglioni, grazie proprio all'ostacolo
naturale che le colline della zona presentano
e al percorso sinuoso del fiume.
1953: Tentativo di separazione delle
due frazioni.
Podestà e Sindaci:
12 Marzo 1927 a Podestà Dott. Antonino
Rodilosso
dal novembre 1927 all'agosto 1930 Podestà
Allegra Carmelo
Dal __al__ Podestà Dott. Gaetano Saitta
(1935)
Dal __al__ Governatore Dott. Francesco Carnabuci
Dal 1948 al 1954 Sindaco Avv. Rinaldo Ruggeri
Dal __al__ Sindaco Dott. Santo Mastroeni
Dal __al 1960 Sindaco Domenico Spadaro
Dal 1960 al 1980 Sindaco Avv. Carmelo Arizzi
Dal 1980 al 1983 Sindaco Dott. Agatino Pitrolo
Dal 1983 al 1987 Sindaco Giovanni Spadaro
Dal 1987 al 1990 Sindaco Dott. Agatino Pitrolo
Dal 1990 al 1994 Sindaco Dott. Salvatore
Grasso
Dal 1994 al 1999 Sindaco Dott. Giuseppe Spadaro
Dal 1999 al 2003 Sindaco Dott. Alfredo Allegra
Garufi
Dal 2003 al 2006 Sindaco Domenico Prestipino
Dal 2006 a tuttoggi Commissario Dott.
Antonino Piccione
Centro agricolo sui primi rilievi meridionali
dei Peloritani, su uno sprone alla sinistra
del torrente Pagliara, più a valle si
trova Rocchenere, mentre Locadi sorge più
a monte del capoluogo, sulla opposta riva del
torrente.
Alcuni studiosi sostengono che nell'ampio letto
del Pagliara, certamente asciutto in quel periodo
di fine estate del 36 A. C., trovò facile
riparo l'esercito di Sesto Pompeo, che di li
a poco si sarebbe scontrato con il futuro primo
imperatore romano.
Nulla di certo risulta però dalle fonti
antiche, per cui la vita economica e civile
di Pagliata fino al 1100 è pressoché
ignota.
Viene appellata questa terra Palparia e Casale
Tuguriorum dal Pirri, Pagliara e Paglarus da
Fazello, Lipaglara da Arezio, Palearia e Paleae
dal Maurolico.
La tradizione orale narra che dei pastori provenienti
dal territorio di Fiumedinisi si stanziarono
nell'alveo del torrente Santa Caterina, dove
costruirono delle "Domus copertae palearum"
ovvero delle povere case fatte di paglia e rami,
"Pagghiare", da cui Pagliara.
Intorno all'anno 1130 Ruggero D'Altavilla re
di Sicilia, unì ponendoli sotto la giurisdizione
della baronia di Savoca, vari villaggi forse
di origine saracena (Casalvecchio, Pagliara,
Antillo, Locadi, Misserio, Palmolio), che concesse
col titolo di signore, all'Archimandrita pro
tempore del SS. Salvatore di Messina.
Dal censimento del 1134 conosciamo infatti i
casali e le masserie soggette al barone di Savoca,
fra queste notiamo che Pagliara con 780 abitanti
è (dopo Casalvecchio con 1900 abitanti)
il secondo casale più popoloso della
baronia di Savoca.
Al '500 appartiene la costruzione della grande
Chiesa - Monastero di S. Maria di Polimenon,
con ampie navate, profonde cripte e decorazioni
a stucco all'interno, posta sulla riva destra
del fiume.
Solo alla fine del secolo XVI si nota un risveglio
culturale (favorito anche dalla presenza dei
monaci basiliani) ed economico, sono infatti
di questo periodo le fornaci ormai distrutte
nella frazione Rocchenere.
Nel secolo XVII Pagliara, seppur municipio di
Savoca, divenne università a se stante,
con propri magistrati ed amministratori della
cosa pubblica.
In questa epoca vengono commissionate dal clero
e dai notabili locali due dipinti di pregevole
fattura, "Le stimmate di S. Francesco"
e la "Celebrazione della S. Messa per le
anime del Purgatorio".
Si rammenta che nel 1652 Pagliara veniva già
censita a parte da Savoca, come entità
a se stante e contava 1114 anime e 317 case.
Nel 1678 viene ricostruita e ampliata la Chiesa
dei SS. Pietro e Paolo (secondo Vito Amico,
in quanto matrice, nel '700 a questa ne suffragavano
altre nove minori), al cui interno si possono
ammirare importanti opere (in parte proveniente
da S. Maria di Polimenon), tra le quali, la
stupenda pala d'altare del 1586, che a buon
diritto può essere inserita tra le opere
più importanti del patrimonio pittorico
cinquecentesco siciliano.
Questo dipinto raffigura la "Vergine
con Bambino in gloria tra i Santi Pietro e Paolo",
si tratta di una delle due uniche tele autografe
di Cesare da Napoli, l'intero quadro è
incastonato in una macchina lignea coeva dipinta
e dorata.
Altro discorso meriterebbe il dipinto ad olio
su tela incollato su tavola del 1595, raffigurante
la "Madonna dell'Itria".
Fu però nel '700 che Pagliara raggiunse
il culmine della prosperità economica
e sociale, grazie alla bachicoltura.
Sono infatti frequenti i matrimoni di nobili
del luogo, (Argiroffi, Calabrò, Giunta)
con membri dell'aristocrazia messinese (Sollima,
Ciampoli, Capace, Minatolo), nel 1978 sono censite
1146 anime.
Il centro abitato si estende sulle colline che
da sinistra fiancheggiano l'omonimo torrente,
all'altezza del Km. 3,5 della strada provinciale
25 Roccalumera - Mandanici.
La struttura urbana antica si presenta pressoché
intatta, sulla via principale spiccano alcuni
palazzotti ottocenteschi (Calabrò,
Allegra) e nei viottoli caratteristici si
possono ammirare archi di pietra gialla e testimonianze
di abitazioni tardo medievali.
Nel centro del paese, in Via Carceri, sono ancora
visibili i resti delle antiche prigioni, in
contrada Rinaldo esistono i resti di un antico
frantoio a trazione animale, unitamente ai resti
di un mulino ad acqua.
Di fronte all'abitato sorge la ottocentesca
"Villa Loteta" all'ombra di
un maestoso pino secolare (la sua altezza supera
i 25 metri, la circonferenza circa 4,70 metri,
mentre il diametro dell'ombra proiettata è
di almeno 30 metri.
Altra parte significativa fu la sua marina,
sino al 1854 parte integrante del comune, poi
aggregata a Roccalumera, conosciuta già
in epoca romana con il nome di "Tamaricium
et Palmarum" nella prima metà del
'700, la borgata di Palma vide la costruzione
della Chiesa SS Crocifisso, ad opera della potente
famiglia del senatore Giuseppe Calabrò,
al cui interno è conservato un pregevolissimo
crocifisso ligneo del '700, accanto ad esso
sorge la coeva villa poi abitata dal poeta Tommaso
Cannizzaro ed oggi di proprietà Argiroffi.
Nella marina sorgevano già nel secolo
XVI varie locande, e sino all'ottocento ne rimaneva
funzionante ancora una chiamata "Zi Paola".
A poca distanza dal baglio sorge la trecentesca
"Torre Saracena" con merli aguzzi,
dalla prima metà dell'ottocento, cominciò
per questo comune un lento degrado, facilitato
dallo spostamento della popolazione verso la
marina, così facendo con regio decreto
dell'11 Aprile 1880, il Municipio di Pagliara
venne soppresso, ed il suo territorio aggregato
a quello di Roccalumera.
Solo con la Legge del 5 luglio 1914 Pagliara
venne ricostituito nuovamente in comune autonomo,
distaccandolo da Roccalumera.
Nel territorio attuale vanno comprese anche
le frazioni Rocchenere e Locadi (un tempo comune
autonomo) posta di fronte a Mandanici a 330
metri S.L.M. al cui interno si notano strutture
in rovina del tardo '600 e la cinquecentesca
"Torre Sollima".
Nelle campagna circostanti sono inoltre ancora
visibili antichi mulini ad acqua e vecchi frantoi.
Oggi gli abitanti di Pagliara sono occupati
nel settore terziario ed alcuni si dedicano
alla coltivazione degli agrumi e degli ulivi.
PRIMI NUCLEI
Prima del 1860 e fino agli ultimi anni dell'800
Pagliara era solo un insieme di nuclei separati
l'uno dall'altro e compresi tra Rocca e Ciappazzi.
Seguendo la direzione del torrente, li possiamo
così elencare:
1) Rocca (1944)
2) Mulino (1948)
3) Rinaldo
4) Via Carabinieri
5) SS. Rosario
6) Monte
7) SS. Pietro e Paolo
8) Priorato (1930)
9) S. Sebastiano (1940)
Nelle campagne circostanti tali nuclei, oltre
le case sparse, vi erano altri piccoli agglomerati:
10) Monte Valore
Si dice che, fino alla metà del secolo
scorso, il torrente Pagliara, dal quartiere
Rocca in su, si presentava come una gola stretta,
piena di alberi e rocce al punto tale che era
impossibile risalirla coi carri. In tale gola,
quasi sotto Locadi, sorgeva il Monte Valore
su cui si trovava qualche casa ed un mulino.
Un alluvione gigantesco e/o il trasporto di
detriti alluvionali sempre più accentuato,
anche a causa del disboscamento, ha riempito
la gola tanto che oggi il letto del torrente
è molto ampio fin oltre Mandanici. Il
Monte Valore è stato circondato da detriti
ed ora appare come una minuscola isoletta che
si eleva dal letto del torrente per 3-4 metri.Ogni
resto è scomparso, sotterrato come la
"trovatura" che - gli anziani ne sono
convinti - si trova nelle visceri del monte.
11) Valore ( sic. "Baluri" ) o
S. Biagio ( sic. "S. Brasi" ) (1925).
Piccolissimo agglomerato sulla sinistra del
Torrente Pagliara, poco discosto dal citato
Monte Valore. Vi si trovano ruderi dell'antica
Chiesa di S. Biagio, alla quale si recavano
anche gli abitanti di Natticò.
12) Natticò - Casi Muni (1950).
Era uno tra i più notevoli nuclei tanto
che, come attestano alcuni contratti della metà
dell'800, vi si recava periodicamente un notaio.
Abbiamo raccolto la voce, non ancora verificata,
che vi sia nato Tommaso Cannizzaro. Certo è,
che l'illustre poeta patriota e pensatore messinese,
vi si sia recato spesso durante la sua giovinezza.
13) Feo (1910)
14) Faricusu (1920)
15) Calvario - Ciappazzi (1920)
16) Chiusa (1910).
Trae il nome dei recinti per mandrie.
La data tra parentesi indica l'anno in cui
il nucleo è stato definitivamente abbandonato.
ANTICHE CHIESE
Il numero delle antiche chiese (10 quelle
citate da Vito Amico) si spiega col numero degli
agglomerati in cui il sentimento di appartenenza
era non meno marcato di quello che legava tutti
gli abitanti in un unico Comune: le chiese di
S. Sebastiano e S. Pietro e Paolo (le due maggiori
in cui si seppellivano i morti e alle quali,
verso la metà del '700, suffragavano
altre otto minori) servivano gli agglomerati
omonimi ed il borgo Priorato; la Chiesa dell'Idria
(1900) serviva Rocca, Mulino e Rinaldo; la Chiesa
del SS. Rosario (1900) era utilizzata dagli
abitanti del quartiere omonimo e di Monte; nella
Chiesa S. Biagio (1910) si recavano i fedeli
del luogo e quelli di Natticò; forse
un'altra chiesetta sorgeva in Via Carabinieri.
Interessante sarebbe approfondire lo studio
dei rapporti tra gli abitanti e le strutture
ecclesiali, specie se si considera il tutto
alla luce del binomio inscindibile religione
- potere politico derivante da un lato dalla
Legazia Apostolica e dall'altro dalle funzioni
particolari accordate dagli organismi religiosi.
LE STRADE NELL'800
Fino al 1895 circa, epoca in cui l'illuminato
Luigi Mazzullo fece costruire la provinciale
Roccalumera - Mandanici, la via di comunicazione
principale è stata il torrente.
Di conseguenza, le strade interne più
importanti erano quelle che congiungevano ad
esso i vari quartieri: Via Luciella, Via Carabinieri,
Via SS. Rosario.
La Provinciale capovolse la direzione di marcia
indirizzandola verso gli abitanti siti più
in alto che, ad eccezione di Monte, si trasformarono
da periferia in centro.
L'ABITATO DI PAGLIARA NEL
900
Sebbene la suddetta Provinciale offrisse nuove
prospettive di sviluppo scavalcano tra l'altro
due valloni (Rinaldo e Piazza), non vi fu quasi
alcun effetto immediato dal punto di vista dell'assetto
urbanistico.
Nel primo ventennio si contribuirono poche nella
parte alta di Via Cavour; all'inizio di Via
R. Margherita verso Terranova; nella parte mediana
della stessa via, all'altezza dell'incrocio
con Via Firenze; nella parte Ovest sempre di
Via R. Margherita, subito dopo il ponte Rinaldo.
Non furono tracciate nuove strade.
Ciò si spiega non solo con le limitate
risorse economiche, ma anche con la perdita
di uomini, energie e beni economici causate
dalla 1a Guerra Mondiale nella quale perirono
28 militari di Pagliara centro, 15 di Locadi,
9 di Rocchenere.
Più fecondo fu il periodo 1921-1940 in
cui si registrò un notevole sviluppo
edilizio dovuto sia all'abbandono dei borghi,
sia all'incremento demografico.
Qua e là sorgono case, in particolare
rileviamo il blocco in Via Regina Margherita,
nelle adiacenze dell'incrocio con Via SS. Pietro
e Paolo, e l'agglomerato di Terranova.
Tra il 1941 e il 1960 vi è un altro periodo
di crisi nell'espansione urbana e, certamente,
si sentì ancora una volta l'influenza
negativa degli eventi bellici.
Due fenomeni destinati a più ampio sviluppo
hanno inizio in questo periodo: la ristrutturazione
di vecchie case spesso inabitate (è questo
un periodo di forte migrazione oltre che di
inurbamento) e la presenza più incisiva
delle opere pubbliche (scuola elementare, acquedotto,
cimitero di Pagliara).
Occorre sottolineare che anche in passato, agli
inizi del '900, si erano realizzate opere di
grande utilità sociale, ma allora il
tutto avveniva ad opera di privati illuminati
ed intraprendenti o comunque interessati ai
problemi agrari anche per personale tornaconto.
Entrambi i fenomeni citati sono evidentissimi
nell'ultimo ventennio in cui, accanto alla modesta
espansione in Via Stigliusa, Ciappazzi e quartiere
Terranova, si registra la costruzione dell'elegante
Villa d'Albachiara ad opera dell'Architetto
Marotta Antonino, tra l'altro progettista dell'albergo
Venezia e del Royal Palace Hotel di Messina.
Tuttavia l'espansione è caratterizzata
preminentemente dall'edilizia pubblica (pressoché
totale ristrutturazione delle strade interne,
trasformazione di due valloni in strade carrozzabili,
costruzione e potenziamento della rete idrica
e fognante, potenziamento e rinnovo della pubblica
illuminazione, costruzione della piazza, dell'asilo
e della scuola elementare).
LE STRADE INTERNE
Il tessuto viario a Pagliara è più
vario che nelle Frazioni.
Infatti, oltre che per motivi economici, a causa
della natura scoscesa del terreno e di antichi
tracciati poco modificabili, si sono adoperati
vari tipi di materiale.
Troviamo l'asfalto, mattonelle d'asfalto e in
tratti a più forte pendenza, ma sempre
carrozzabili, sono in pietra lavica disposta
ad intreccio.
ILLUMINAZIONE
Nessun elemento dell'impianto presenta elementi
particolari di valore artistico, lampade ad
incandescenza
Dell'antica illuminazione ad olio rimane solo
un braccio in Via Tappeto.
FONTANELLE, ICONE E TARGHE
Alcune fontane si trovano in vari punti del
centro urbano, ma non hanno alcun pregio artistico,
sono ubicate in: Via Stigliusa, Via R. Margherita,
Via SS. Pietro e Paolo (1948) e Via Adriano
(la fontana è menzionata in un periodico
dell'inizio del secolo, probabilmente è
da mettere in relazione con la Chiesa dell'Idria
poco distante il che confermerebbe che trattasi
di una sorgente da secoli utilizzata a scopo
potabile ).
Una fontanella (da cui trae nome la zona circostante,
denominata appunto "Funtanedda") si
trova poco oltre il paese, verso Mandanici,
e risale al 1895.
Un'Icona in cemento e mattoni, si trova in Via
R. Margherita, in prossimità dell'incrocio
con Via Ciappazzi, è stata edificata
nell'anno mariano 1954 e contiene una statuetta
dell'Immacolata.
Una lapide marmorea del 1926 si trova nella
medesima via, sulla destra del portone municipale:
riporta i nomi dei caduti della 1a Guerra Mondiale
di Pagliara centro.
Un'altra lapide marmorea di grandi dimensioni
si trovava a sinistra del portone Municipale
da dove è stata smontata dopo la caduta
del Fascismo, vi era stata collocata per condannare
le sanzioni (assedio economico) contro l'Italia.
Misura cm. 160x80x13 e reca la scritta:
18 - Novembre - 1935 - XIV
A ricordo dell'assedio
Perché resti documentata nei secoli
L'enorme ingiustizia
Consumata contro l'Italia
Alla quale
Tanto deve la civiltà
Di tutti i continenti.
A monte del paese si trova la
piazza, dove si erge il Monumento ai Caduti
di tutto il Comune di Pagliara che ricorda i
nomi dei Caduti delle Guerre 1915-1918, 1935-1936,
1940-1945.
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BENI DA PROTEGGERE
L'antichissima Chiesa a 3 navate dedicata a
S. Sebastiano;
Il Palazzo Calabrò
Il Palazzo del Marchese Loteta con il pino secolare.
La Chiesetta dell'Idria, l'unica delle minori
che si riesce ad identificare, le altre sono
state vendute dalla Curia ai privati i quali,
senza esitazioni, hanno demolito e costruito
ex novo.
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